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La crescita del Made in Italy

Diversi sono i cambiamenti relativi al Made in Italy che fanno sperare in un futuro roseo in termini di tasso medio annuo.

Dall’ultimo Rapporto annuale elaborato da Sace relativo all’andamento dell’export nazionale per Paesi e settori, emerge un quadro positivo che prevede una crescita del 4% (tasso medio annuo) fino al 2020.
Viste le previsioni positive, il nostro Paese potrebbe arrivare a chiudere l’anno in corso con 433 miliardi di euro di vendite estere e 490 miliardi fino al 2020.
I mercati che trainano questa crescita sono quelli europei, asiatici e nordamericani. Più nel dettaglio il Nord America con +4,9%, l’Asia con +4,6%, l’Europa avanzata con +3,4% e quella emergente con +2,9%, il Medio Oriente e Nord Africa con +2,1% e l’America latina con un +1,6%.
I settori protagonisti dello sviluppo sono: meccanica strumentale, primo settore  riconosciuto per l’export nazionale, che con il suo 2,2% mantiene il tasso di crescita dell’export dello scorso anno. La chimica che nel 2017 raggiungerà un tasso di crescita pari a 6,3% grazie anche a investimenti industriali soprattutto per farmaceutico e petrolchimico. Ed infine il settore dei mezzi di trasporto che otterrà un incremento del 5% nel 2017 e dal 2018 al 2020 è prevista una crescita del 5,4%.
Cogefim condivide l’opinione di Roberta Marracino, direttore Area Studi e Comunicazione di Sace secondo cui: “Non ci stiamo avviando verso la fine della globalizzazione, ma piuttosto verso una sua nuova fase. Una fase ancora più interconnessa, in cui alcuni mercati si chiudono ma molti si aprono, spostando il baricentro della competizione globale dai singoli Stati alle global value chain. Una fase in cui, accanto all’interscambio di merci, anche quello di servizi, progetti e idee assumerà un ruolo sempre più preponderante, e l’export si confermerà un fattore imprescindibile di crescita anche per l’Italia”.

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